Data la difficoltà recente di adempiere correttamente a un contratto finanziario, il rischio che preoccupa maggiormente i clienti bancari è di rientrare nell’elenco dei cattivi pagatori: ma cosa s’intende con questo? L’elenco dei cattivi pagatori riporta a una vera e propria banca dati presso la quale sono registrati tutti i nominativi dei soggetti che hanno avuto disguidi finanziari nell’estinguere un prestito stipulato, mediante un accordo preso con una banca o una qualsiasi finanziaria.

Gli stessi istituti di credito, dal loro canto, visionano costantemente tale lista nera allo scopo di comprendere quali siano i soggetti maggiormente a rischio, sui cui non poter fare affidamento nell’ammortamento di un eventuale finanziamento.

I dati inerenti a un particolare soggetto sono recuperati da precedenti condizioni d’insolvenza o di protesto, per essere poi smistati dalle centrali rischi che si preoccupano di segnalare eventuali inadempienze e presunte scorrettezze creditizie.

Le centrali rischi presenti sul mercato sono varie, e si suddividono in pubbliche e private: tra le prime ritroviamo la centrale rischi della Banca d’Italia, impegnata su insolvenze pari o superiori a 75.000€, e la centrale rischi della SIA.

Tra quelle private, invece, annotiamo la più rinomata CRIF, che si presenta come una società di raccordo del sistema bancario, in riferimento a debiti irrisolti pari a poche migliaia di euro. La CRIF visualizza, quindi, ogni più piccolo finanziamento personale, aggiornando periodicamente i dati recuperati a seconda delle casualità verificatesi: così in caso di rifiuto del finanziamento il fatto verrà annotato per circa un mese, sei mesi se esplicitamente previsto dall’istruttoria, invece in caso di morosità di due rate si attenderanno dieci mesi dalla cancellazione del rischio.