Eppure un protesto può sperare in una riabilitazione nominale, che permetta al soggetto viziato la possibilità di richiedere nuovamente un finanziamento senza per questo limitarsi alle conseguenze imposte dalla Crif.

La cancellazione dalla banca dati può avvenire in diversi modi, tutti attinenti su quanto predispone la legge: la prassi permette che, trascorso un anno dal recupero regolare dei pagamenti, l’insolvente veda cancellato il suo nome dalla lista nera.

La disposizione, entrata in vigore dal 2004, va a sostituire una precedente delibera che allungava di molto la procedura di affrancamento del debitore, che poteva restare ancorato a una denuncia della Crif anche per più di due anni, a seconda del numero di rate rimaste insolute.

Per la cancellazione del protesto dalle banche dati occorre rivolgersi, previa istanza, alla Camera di Commercio, che per mezzo del servizio svolto dall’Ufficio Protesti può imporre la sospensione del vizio, secondo una procedura che dura per legge almeno venti giorni, durante i quali si passerà all’esame della richiesta. In caso di esito positivo c’è l’immediata cancellazione del nominativo del debitore dall’elenco, altrimenti si intraprende la strada della riabilitazione.

In tal caso l’istanza sarà oggetto di studio del Presidente del Tribunale, l’unico in grado di pronunciare in merito al protesto. Ovviamente, nel caso non si siano manifestati nuovi vizi in capo all’insolvente, la riabilitazione verrà immediatamente concessa, consentendo in tal modo la cancellazione del nominativo dal Registro.