Sovente può capitare che le richieste di finanziamento vengano respinte dalla banca in quanto il cliente va considerato come inaffidabile e non in grado di adempiere al debito sottoscritto: ciò è reso da un attento monitoraggio in Crif, che permette agli istituti di capire quando un soggetto possa disporre di un prestito bancario o, diversamente, allontanarlo provvisoriamente dall’idea di stipula di un contratto.

Per riprendere un adeguato percorso finanziario, tuttavia, dovrà necessariamente avvenire la cancellazione del proprio nominativo presso tale istituto, cosa che può manifestarsi in modo diverso a seconda della casualità verificata.

Ad esempio uno dei casi più diffusi per avere una cancellazione in Crif è quella di chiedere una liberatoria per l’accesso a un futuro contratto, procedura da eseguire per via raccomandata e solo nel caso non siano presenti mancati o ritardati pagamenti, eseguibile decorsi 30 giorni dall’arrivo della richiesta.

Più precisamente, per avere la cancellazione in Crif è fondamentale che il soggetto debba aver sanato tutti i suoi debiti entro tempistiche prestabilite, ad esempio un anno nel caso di una o due mensilità, due anni per maggiori rimborsi mancati.

In caso di rate mai pagate, la cancellazione avviene dopo 36 mesi dall’ultimo risarcimento previsto, mentre è immediata se la segnalazione precedente viene considerata illegittima, qualora fosse avvenuta prima di 120 giorni dalla scadenza del debito.

La cancellazione in Crif (Sistemi di Informazioni Creditizie), inoltre, definisce una precedente richiesta della visura, ottenibile in 20 giorni al costo di 78€, per esaminare la documentazione posseduta dalla banca dati, quindi si può procedere alla vera e propria eliminazione del nominativo, con un costo che si aggira intorno ai 200€: il tutto risolvibile in meno di 2 mesi.