La proposta finanziaria attualmente più registrata è riposta al rimborso effettuabile su cessione del quinto dello stipendio, una garanzia di finanziamento sottesa a comprendere un ammortamento fisso e costante nel tempo, creato appositamente per quei lavoratori dipendenti che possono vantare un’attività sicura e a tempo indeterminato.

La cessione del quinto si presenta come un finanziamento non finalizzato adatto per ogni tipo di investimento, introdotto al versamento mensile del 20% della busta paga al netto, secondo una trattenuta commissionata dallo stesso datore di lavoro presso cui si opera.

Con la cessione del quinto non c’è bisogno di apportare alcuna garanzia in particolare, ma finché ci sarà un impiego di supporto i risarcimenti mensili saranno oltremodo puntuali. A tale cagione sono esclusi dai patti tutti i lavoratori autonomi e i soggetti precari, a meno che il termine ultimo del negozio non ricada entro la data di scadenza del contratto di occupazione.

Invece, a vantaggio di una precisa sottoscrizione del prestito i dipendenti privati possono inoltrare anche una seconda ipotesi di garanzia, costituita dal proprio TFR maturato, che resterà vincolato all’ente erogatore fino all’adempimento della cessione.

Con la cessione del quinto è possibile, data la malleabilità dell’atto, concedere finanziamenti anche ai protestati e ai cattivi pagatori, sottintendendo sempre le medesime condizioni di stipula, secondo un ammortamento limite di 10 anni, e una tassazione particolarmente vantaggiosa, riferita a interessi costanti di tipo fisso.