Quando si richiede un prestito personale, ci si informa sulla banca e sulla documentazione, ma è difficile stabilire quale siano i parametri che vengono applicati per l’accettazione e successivamente l’erogazione dato che ogni banca ha una sua politica. In caso della liberatoria di prestito rifiutato, invece, la legge stabilisce che  il cliente è tenuto ad essere informato per quanto riguarda la motivazione. I casi più comuni di liberatoria di prestito rifiutato sono l’insufficienza del reddito del richiedente oppure il caso in cui il cliente risulti un cattivo pagatore. È opportuno sapere che, in caso di liberatoria prestito rifiutato entro i 30 giorni dalla richiesta, si avrà un curriculum di reddito negativo.

 

liberatoria prestito rifiutato

Motivazioni della liberatoria di prestito rifiutato
Un rifiuto dipende da molte cose che non sono legate sempre al cliente. Ovviamente, una volta fatta un’altra richiesta presso un altro Istituto di credito, lo stesso istituto si chiederà e controllerà il perché la finanziaria precedente abbia negato la richiesta. La liberatoria di prestito rifiutato non è richiesta, in quanto proprio per questi controlli già prestabiliti da ogni finanziaria, verranno passate in rassegna tutte le banche dati. Se il nostro prestito è stato negato in precedenza, purtroppo lo sarà anche questa volta perché la finanziaria non vorrà correre rischi di nessun genere.
Quando si vuole chiedere un nuovo finanziamento dopo una liberatoria di prestito negato, bisogna innanzitutto:


– richiedere la liberatoria di prestito negato alla precedente finanziaria (non necessaria comunque)
– essere sicuri al cento per cento che la richiesta non sia più presente nella banca dati
– quando facciamo una richiesta, accettarsi sempre che abbia un esito, qualsiasi esso sia: basta che non rimanga in stand by anche perché rimarrebbe in banca dati per sei mesi! Se invece un finanziamento ha avuto esito negativo, esso non sarà più visibile in banca dati e questo dà la possibilità di presentare una nuova richiesta per un prestito personale. Ogni Crif ha un certo periodo di tempo per cancellare i dati, ma se le esigenze di un altro prestito sono immediate o davvero importanti, è possibile accelerare i tempi richiedente un prestito tramite cessione del quinto o delega di pagamento.

 

Come richiedere la liberatoria di un prestito

Per richiedere una liberatoria di un prestito, bisogna intanto indirizzarsi verso le finanziare dove si è fatta richiesta di prestito. A volte però si fanno richieste di prestito online, quindi diventa complicato stabilire a chi bisogna rivolgersi per richiedere la liberatoria.
La cosa più semplice da fare è chiedere al Crif direttamente se ci può far accedere alla nostra banca dati personale dove compaiono le finanziarie contattate precedentemente per poi poter richiedere la liberatoria di prestito rifiutato. Stessa cosa vale quando un prestito è già stato estinto. La liberatoria ha comunque valore solo nel caso in cui il prestito sia stato estinto in maniera totale. Come già detto, per le richieste di prestito, la liberatoria serve sono in caso di una richiesta ancora in corso o di una rinuncia definitiva.

 

Cosa fare per richiedere un altro prestito se il primo è stato rifiutato?

Iniziamo con il dire che, se una finanziaria ha già rifiutato un prestito, sarà difficile che la richiesta venga accettata da un’altra. Il motivo del rifiuto è semplice, in quanto la banca rifiuta solo perché il cliente potrebbe rappresentare un rischio di insolvenza. Oltre all’indebitamento del cliente e quindi alla mancanza di sicurezza sul rimborso delle rate, la richiesta può essere bloccata anche perché si fanno in contemporanea due richieste prestito.
Il prestito però può essere rifiutato anche per un ulteriore motivo. Se non si è iscritti a nessuna banca creditizia, la banca può considerare il cliente poco affidabile. Inoltrare la domanda con tutti i documenti possibili e con una terza persona che funga da garante rappresenta una garanzia che vale per l’accettazione del prestito. Si ricorda che, se si è stati segnalati per morosità, il prestito sarà sempre respinto. Assicurarsi dunque di non essere un soggetto a rischio e di essere in grado di dimostrarlo al pagamento totale delle rate di un finanziamento.

 

Quando le banche valutano un aspirante debitore, si rivolgono alla centrale dei rischi, un apposito ente che ha la funzione di recuperare e fornire le informazioni su ogni posizione debitoria. In sostanza, ogni volta che si richiede un finanziamento il nostro creditore fornirà alla centrale tutte le informazioni riguardanti il capitale prestato, l’importo delle rate ed anche la nostra puntualità nel pagarle. In modo speculare, la centrale fornisce poi indietro le informazioni a quegli istituti di credito che lo richiedono. In questo modo, la banca, può sempre controllare le credenziali del richiedente, prima di accordare un prestito.

Questo viene fatto per cercare di limitare il rischio specifico di una singola operazione. Infatti, la società finanziaria deve il suo guadagno al fatto che gli vengano rimborsati i capitali prestati, aumentati degli interessi dovuti. Se questo non dovesse succedere con regolarità, si creerebbero dei problemi di liquidità che potrebbero essere anche abbastanza gravi. Se non si hanno mai avuti dei problemi di rimborso di prestiti, sarà molto più semplice ricevere il finanziamento richiesto. Se, invece, la banca riscontrerà, nell’effettuazione dei controlli, alcuni problemi precedenti, le cose potrebbero complicarsi. Ad esempio, un soggetto che abbia già mostrato seri problemi nel rimborsare le rate di un precedente prestito, sarà considerato come un rischio per il nuovo creditore.

 

Questo succede perché si presume che la persona in oggetto non sia in gradi di amministrare giustamente le proprie finanze oppure che non disponga di fondi periodici necessari a pagare tutti i propri debiti. Negli ultimi decenni si è appurato che esiste una soglia massima delle rate, oltre la quale il debitore iniziare ad avere problemi nella restituzione di quanto prestatogli.

Questa soglia si avvicina al 25% del reddito medio mensile anche se, ovviamente, questa percentuale può variare per redditi abbastanza alti. Si presume, infatti, che un soggetto con un reddito mensile molto elevato possa sopportare anche il pagamento di una rata di importo maggiore in quanto, comunque, la parte restante di liquidità nelle sue mani, sarà sufficiente per sostenere uno stile di vita decente e non inciderà poi molto sulle sue economie.